SINERGIE


 

"Chi controlla gli altri può anche essere potente ma chi controlla sé stesso è ancora più potente." Questo pensiero di Lao Tzu semplifica il concetto dell'autocontrollo. Apparentemente complicato è invece molto molto semplice; non solo dona potenza ma soprattutto rende invincibili.

Il rilascio miofasciale

"Possiamo perdonare un bambino che ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce." (Platone)

Dopo aver menzionato alcune capacità della mente/psiche/anima voglio rendervi partecipi d’un altro vantaggio. Sono cinquant’anni che pratico le arti marziali. A diciassette anni ho provato ad utilizzare le tecniche che m'avevano insegnato per sette anni (una forma di Ha) con esito sorprendentemente catastrofico. A venticinque mi sono ispirato a ciò che avevo costatato ed acquisito nei Reparti Operativi dell’Esercito Italiano e ho provato ad insegnare quello che sapevo al solo personale militare che operava con me. A ventisette, soddisfatto dall’insegnamento, ho aperto la mia prima Scuola d’Armi con Allievi civili. Ora ne ho sessantaquattro (scrivo nel giugno dell’anno 2021) e nonostante, a causa della mia comorbilità (coesistenza di due o più malattie fisiche in uno stesso individuo) sia stato considerato «disabile grave», dalla Commissione Medica di Cremona, persevero nell’insegnamento. La mia attuale capacità operativa, se resto immobile e calmo, è di circa dieci minuti. Nel caso di adrenalina in circolo, ormone sintetizzato nella porzione interna (midollare) del surrene, il tempo può triplicarsi. Una volta in circolo, l'adrenalina accelera la frequenza cardiaca, restringe il calibro dei vasi sanguigni, dilata le vie aeree bronchiali ed esalta la prestazione fisica; sostanzialmente, quindi, l'adrenalina migliora la reattività dell'organismo, preparandolo in tempi brevissimi alla cosiddetta reazione di "attacco o fuga". Attualmente, verosimilmente, ho una stenosi alla branca aortica addominale la quale potrebbe causare il dolore incessante e quotidiano che provo. Mi hanno riferito che l’ostruzione potrebbe interrompere l’afflusso ematico causando intensi dolori all’addome, nella schiena e nelle gambe, le quali hanno perduto la sensibilità posturale e vestibolare. La mancanza del corretto afflusso può determinare crampi e dolore sia da fermi sia durante la deambulazione (claudicazione intermittente) a carico dei glutei e delle cosce. Nel camminamento, pur lento, i polpacci e le cosce s’irrigidiscono creando una sorta di tiro alla fune con i miei tendini, i quali restano tesi sino ad impedirmi qualsiasi azione. Se non applicassi il rilascio auto-miofasciale, il dolore potrebbe impedirmi di vivere serenamente ed eventualmente svolgere efficacemente qualsiasi azione. Nell’ultimo ventennio, ovverosia dall’anno 2000, ho studiato una forma di combattimento che si basa sull’immobilità; ciò permette di contrastare gli avversari senza consumare troppe energie o ricevere impulsi neuronali inappropriati (come spasmi e tremori). Le fasce, cioè le strutture di tessuto connettivo che ricoprono i muscoli, gruppi di muscoli, vasi sanguigni e nervi, uniscono le strutture, permettendo ad altre di scivolare delicatamente una sull'altra. Sono classificate per strato, come fasce superficiali, fasce profonde e fascia viscerale o parietale chiamata così per la sua funzione e posizione anatomica. Si estendono ininterrottamente dalla testa alla punta delle dita del piede. Le fasce sono simili ai legamenti ed ai tendini in quanto sono tutti fatti di collagene, ma i legamenti uniscono un osso ad un altro, i tendini uniscono il muscolo all'osso e le fasce collegano i muscoli fra di loro. La mia attuale condizione di salute limita queste funzioni a causa di una patologia psicogena, che si verifica verosimilmente per un uso eccessivo muscolare nel tempo e ripetuti traumi che provocano spasmi, dolori pungenti, tensione muscolare e conseguente riduzione del flusso sanguigno. Lo spasmo è una contrazione improvvisa e involontaria di un muscolo (o un gruppo di muscoli), di un organo cavo o di un orifizio. È a volte accompagnato da un repentino "scoppio" di dolore ma di solito cessa dopo pochi secondi. Il dolore può indurre nausea o vomito se molto acuto. Gli spasmi fanno parte delle discinesie e si dividono in: crampi (contrazioni dolorose, automatiche o dopo movimento ripetuto). La miotonia invece si distingue, essendo un ritardato rilascio della contrazione muscolare volontaria, senza dolore. I tessuti fasciali sono spesso innervati dalle terminazioni nervose sensoriali; in particolare quelli con proprietà tendinee o aponeurotiche - sono anche in grado di immagazzinare e rilasciare energia potenziale elastica. La fascia diventa importante clinicamente quando perde rigidità, o diventa troppo rigida. Quando la fascite infiammatoria o il trauma causano fibrosi e aderenze, il tessuto fasciale non riesce a differenziare efficacemente le strutture adiacenti. Ciò può accadere dopo un intervento chirurgico in cui la fascia è stata incisa e la guarigione include una cicatrice che attraversa le strutture circostanti. Il rilascio miofasciale è una terapia di medicina alternativa utile per trattare l'immobilità ed il dolore tramite il rilassamento dei muscoli contratti, migliorando così la circolazione sanguigna, il trasporto dell’ossigeno, il linfodrenaggio e stimolando il riflesso di stiramento nei muscoli. Nel tempo ho appreso dagli eventi che una soluzione efficace per arginare il dolore acuto, anche se temporanea, è il rilascio auto-miofasciale, prima o dopo gli addestramenti, utile per quanto riguarda la gamma di movimento, l’indolenzimento dei muscoli. Questo tipo di “intervento” pare indicato principalmente nelle fibromialgie. Solitamente “lavoro” su diversi muscoli: il Gastrocnemio, il Semitendinoso, il Bicipite femorale, il Grande gluteo nonché i tendini d’Achille, l’inserto radiale e le piante dei piedi. Utilizzo in sinergia la digito-pressione, il training autogeno, l’autoinduzione ipnotica. La durata dell’analgesia è purtroppo temporanea (circa due/tre ore per quel che mi riguarda) ha una durata maggiore se utilizzate unitamente al prana, che nell'ambito della medicina naturopatica ed esoterica è inteso come quel tipo di energia vitale più prossimo al livello fisico, la cui funzione consiste nell'infondere vitalità e vigore all'organismo. Esso va a costituire la forza vitale complessiva dell'essere umano, conosciuta nella medicina tradizionale cinese come «Ki» tradotto in energia vitale. È importante che il combattimento sia affrontato rilassando tutta la muscolatura giacché la posizione base difensiva del KHS MARTIAL ART lo favorisce ed è bastevole per un intervento assolutamente efficace. Sono fermamente convinto che il Training Autogeno (non, ripeto non, l’Alpha Training) finalizzato al rilascio miofasciale è adeguato ed è funzionale. Prendete coscienza che l'American Cancer Society afferma che "esistono poche prove scientifiche disponibili a supporto delle affermazioni dei sostenitori secondo cui il rilascio miofasciale allevii il dolore o ripristini la flessibilità" e mette in guardia dall'utilizzarlo come sostituto del trattamento convenzionale contro un’altra gravissima patologia, il cancro. La scarsa qualità della ricerca sull'uso del rilascio miofasciale preclude qualsiasi conclusione sulla sua utilità. Nel campo della cura e degli interventi tramite terapia chirurgica ho utilizzato questa tecnica antalgica svariate volte in interventi chirurgici invasivi con pregevole vantaggio creando durante il Training Autogeno un viadotto mentale affinché il dolore potesse fluire in altre direzioni (l’intervento più importante ha richiesto circa 150 punti di sutura). L'approccio fu promulgato come concetto di medicina alternativa da Andrew Taylor Still, inventore dell'osteopatia e dai suoi primi studenti. In particolare, l’espressione "rilascio miofasciale" fu coniata negli anni '60 da Robert Ward, un osteopata che studiò con Ida Rolf, il creatore di Rolfing Ward, insieme al fisioterapista John Barnes, sono considerati i due fondatori principali del Rilascio Miofasciale. Certamente l’uso di questa possibilità ad impedimento attivo delle algie non richiede grandi preparazioni o particolari capacità ma durante i combattimenti finalizzati all’osservanza e all’applicazione degli artt. 52 e 54 del C.P. è tutta un’altra cosa. La difesa marziale richiede una capacità di concentrazione, d’estraneazione attiva e passiva ed una totale padronanza dell’area interessata quale teatro scelto dagli agenti; un eccellente maneggio e una sviluppata precognizione degli eventi. Bonne chance, bonne chance mon amie!




M° Michele Zannolfi

FONDATORE DEL KHS MARTIAL ART 1982





 

“Cio che siamo non cambia mai, ma chi siamo non smette mai di cambiare” (anonimo)


Il rilascio miofasciale